Seminario “Navigare i sogni – Dalla sceneggiatura al cortometraggio”
“Navigare i sogni – Dalla sceneggiatura al cortometraggio”
Premessa
In questo post vi descriverò il seminario sulla realizzazione di un cortometraggio organizzato dall’Università IUSVE a cui tutta la mia classe ha partecipato.
Per le evidenti circostanze, abbiamo dovuto seguire l'evento online grazie all'uso di piattaforme come Youtube, per la parte plenaria e il sito di Zoom per i vari workshop.
L'evento che conclude il progetto iniziato nell'Aprile del 2019 si è svolto il 23 Gennaio nella sede dello IUSVE e ha offerto a tutti i giovani dai 14 ai 25 anni di partecipare attivamente a questo importante dibattito sulla pace.
Tramite l'uso dell'arte, del cinema, del fumetto, del giornalismo e dell'influenza dei social, questo messaggio è appunto riuscito a coinvolgere giovani ragazzi e insegnanti in varie attività, che hanno portato alla luce la vita delle persone più affette dalla tragedia che è la guerra e la migrazione.
Si è cercato di aprire una finestra su un tema che ci sembra lontano ma che in realtà è ancora di piena attualità, e che per molte persone fa parte della loro vita quotidiana.
Chi ha organizzato l’evento
Questo evento è stato organizzato dagli studenti della laurea Magistrale in "creatività e design della comunicazione dell’università IUSVE (istituto universitario salesiano di Venezia),la fondazione ISMU (iniziative e studi sulla multietnicità),la casa editrice Tunuè, Emergency e Acis (agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo.
Siccome nel quarto anno del corso grafico siamo tenuti a studiare la realizzazione dei video, i nostri insegnanti hanno deciso di iscriverci a questo seminario che raccontava la tematica dell'emigrazione e della guerra attraverso un cortometraggio.
L'evento si divideva in 2 principali parti: la prima, una sessione plenaria di presentazione, trasmessa live dalla piattaforma di pubblicazione di video Youtube e la seconda, il seminario e i vari workshop, tramite la piattaforma di videoconferenze Zoom.
La sessione plenaria
Questa è stata la prima parte dell'evento, la parte della presentazione di questo progetto iniziato nell'Aprile 2019.
Di sicuro nessuno sapeva come le cose, durante questi anni, sarebbero cambiate ma questo non ha fermato nessuno degli organizzatori a terminare questa campagna contro la guerra 2021.
Il principale scopo di questo evento è stato quello di sensibilizzare e unire i ragazzi in una missione di pace che deve essere portata avanti in tutto il mondo.
Ci sono stati presentati i temi come la multiculturalità, le migrazioni e soprattutto la guerra e tutti i danni collaterali che essa porta.
E' importante acquisire consapevolezza di quanto la società venga distrutta e rovinata dai danni della guerra e di come facilmente si perdano preziose e innocenti vite per questioni spesso insensate o per futili decisioni.
I relatori principali di questa prima fase:
- Laura Silvia Battaglia: E' la prima testimone dell'evento. Laura Silvia Battaglia è una rinomata reporter e documentarista, specializzata nei conflitti che avvengono nel Medio Oriente.
Ella ci racconta la storia di Tamam, un documentarista iracheno, che vuole disperatamente rendere pubblica la sua storia e quella del suo paese.
Viene evidenziato il suo coraggio e la sua determinazione nonostante spesso venga addirittura derubato di tutto il suo lavoro e le sue ricerche. Ci soffermiamo molto sulla descrizione dei suoi grandi occhi, testimoni di tutto il dolore che ha dovuto sopportare.
Dopo che Tamam riesce a condividere tali informazioni con un oncologo, egli riesce, tramite un CD, a far conoscere la sua storia all' associazione Emergency durante una riunione.
Laura ci narra anche un triste episodio vissuto in un centro di malnutrizione infantile, dove assiste alla morte di un bambino di 3 anni afflitto da un attacco di cuore.
Questo episodio l'ha segnata profondamente e ci descrive, con voce tremolante dall'emozione, come quella sia un'ulteriore motivazione a portare avanti questa missione di pace.
- Rossella Miccio dell' associazione Emergency: Cosa Emergency trova fondamentale fare è coinvolgere tutti quanti per dare voce alle storie delle vittime silenziose della guerra.
La missione è quella di restituire la dignità a tutti questi innocenti civili che hanno assistito, impotenti, alla devastazione della loro comunità e della loro vita per via della guerra e dell'egoismo delle grandi potenze, il cui interesse è volto solo all'aspetto economico.
Alcune importanti frasi pronunciate da Rossella Miccio sono state: "Ripudiamo la guerra" e "La guerra non è mai una necessità", che vanno ad andare ancora di più a testimoniare il cuore di questa missione.
- Emanuele di Giorgi: Grande sostenitrice di questo progetto è la casa editrice Tunuè, che ha contribuito in modo originale e creativo, coinvolgendo le passioni dei giovani ragazzi, tramite la pubblicazione di una graphic novel su forma digitale.
Il nome di questo progetto, una graphic novel in collaborazione con Emergency, è intitolato "I colori di una nuova vita" che narra la storia di tre ragazzi (Amal, Rachida e Goran) costretti a lasciare la loro casa a causa della guerra e della povertà che affligge i loro paesi.
Ci si concentra sui loro lunghi viaggi dall' Afghanistan, Sudan e dall'Iraq verso l'Italia.
Il Workshop
Nella seconda parte dell'evento abbiamo partecipato al Workshop del cortometraggio "Navigare i sogni".
Questo cortometraggio, intitolato" Capitan Didier", sarà messo in produzione da Groenlandia con la collaborazione di Emergency e racconta dell'avvincente storia di un bambino di origini Subsahariane di nome Didier e di suo padre Amir.
Suo padre Amir, lavora come rider presso la pizzeria del signor Franco. ogni sera, dopo aver finito il suo lavoro, porta a casa una pizza da mangiare con suo figlio.
La creatività di Didier e la sua determinazione per raggiungere la madre lo spinge ad usare tutti i cartoni delle pizze accumulati, per costruire una barca.
Ma una notte, durante le ore di servizio di Amir, una tempesta d’acqua distrugge la barca di cartone di Didier e il padre è costretto a portare via il suo bambino dalla scena.
La giuria ha scelto la sceneggiatura di Roberta Palmieri una giovane sceneggiatrice per il suo immenso talento narrativo.
Capace di raccontare una storia con un linguaggio cinematografico forte ed emotivo, Roberta Palmieri è riuscita ad utilizzare un preciso simbolismo con riferimenti ai possibili pericoli di chi compie un tentativo disperato per salvarsi e cercare una nuova vita.
E' rappresentata la realtà con un pizzico di elementi fiabeschi grazie all' immaginazione e innocenza del piccolo Didier.
In questo cortometraggio viene anche rinforzata la solidità della relazione tra padre e il figlio, che sono più uniti che mai anche con l'assenza della madre.
Conclusioni
Di sicuro la mia parte preferita è stata quella in cui ci hanno mostrato il cortometraggio.
Mi ha colpito molto la storia, la motivazione del bambino e la sua perseveranza motivata dall'amore verso sua madre.
Ritengo inoltre che gli attori che hanno interpretato le parti del padre Amir e il bambino Didier abbiano veramente esplorato a fondo le loro parti, soprattutto il bambino che, nonostante la sua età, sia riuscito a recitare molto bene.
Ho preso appunti durante tutta la durata del seminario che, insieme alla documentazione che ho fatto su internet, mi hanno aiutato molto a scrivere questo post e magari dargli un tocco di personalità.
Il messaggio è stato molto chiaro e forte e mi ha fatto realizzare che la guerra, anche se lontana da noi, continua ad andare avanti anche se noi non la vediamo .Mi ha fatto riflettere che anche i più piccoli gesti di pace e di abbandono dei pregiudizi possano veramente fare la differenza in una società in cui la Xenofobia sembra crescere sempre di più ogni giorno.
Per esempio, il lavoro del padre potrebbe essere concepito come "inferiore"rispetto agli altri impieghi e, aggiungendo anche la questione del razzismo, mettono Amir in una posizione di relativa incertezza, indotto in un continuo stato di ansia non sa se potrà continuare a guadagnarsi da vivere.
trovo inoltre molto utile l'idea di incorporare l'uso dei social media in questo progetto, per coinvolgere anche i più giovani così che il messaggio possa raggiungere le orecchie di un' audience più eterogenea.
Le fonti
Per scrivere questo post mi sono basata sui miei appunti, ma ho preso le informazioni più dettagliate dal sito del seminario:
e il sito del cortometraggio di "Capitan Didier"
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